ALIMENTAZIONE E YOGA

Il tema dell’alimentazione è strettamente connesso anche allo yoga. È certo che il cibo determina in gran parte ciò che siamo, fisicamente, psichicamente e spiritualmente. L’energia di cui disponiamo deriva in grande parte dal cibo e dall’acqua che assumiamo e varia per qualità ed intensità a seconda della loro natura.

Che il corpo si modifichi in base a ciò che mangiamo è evidente a tutti: si può ingrassare oppure dimagrire; ci si può sentire più leggeri o più pesanti; si può essere carichi di forza oppure fiacchi e stanchi; tranquilli e sereni oppure ansiosi ed agitati; attraverso il cibo la salute può essere incrementata o compromessa; il riposo può essere ristoratore e rigenerante oppure disturbato e per niente riposante. Non siamo però abbastanza consapevoli di quanto ciò che mangiamo e beviamo influisca sulle nostre attività, sia sul piano del rendimento fisico che su quello intellettuale.

Al giorno d’oggi siamo piuttosto penalizzati nelle scelte che riguardano il cibo perché la massiccia trasformazione industriale degli alimenti ha gradualmente compromesso la capacità dell’uomo di entrare in sintonia con gli elementi da cui il cibo deriva e di cui è composto. Le naturali necessità sono state sostituite da falsi bisogni dettati da un sistema socio-economico lontano dalla natura umana. Occorre reimparare quello che un tempo era sapienza innata verso cui l’istinto ci guidava, ed è necessario iniziare a sperimentarlo per comprendere l’impatto positivo che ha sulla salute e sulla vita. Sul piano fisico il cibo trasforma la muscolatura, il sangue, le ossa, i tessuti; li alleggerisce dalle tossine o li appesantisce ed intossica. I fluidi del corpo possono scorrere bene o con difficoltà; le articolazioni possono essere sciolte o rigide. Il respiro, fondamentale e determinante per l’esito di ogni attività, scorre in modo differente a seconda della condizione fisica e influisce in modo importante sui risultati. Perfino i pensieri sono di natura diversa quando ci nutriamo di un cibo piuttosto che di un’altro; la sensibilità verso la natura e la vita diminuisce o aumenta in base ancora una volta agli alimenti che ci nutrono e costruiscono, anche sui piani sottili.

Negli Yoga Sutra di Patanjali, testo fondamentale dello yoga, sono descritti minuziosamente la struttura dell’universo e le connessioni tra i vari elementi che lo compongono e viene evidenziato come, attraverso il corpo, sensibilizziamo la mente e l’intelligenza. Negli Yama, primo degli otto passi del cammino dello yoga, viene espressa come norma universale l’importanza  di Ahimsa, la non violenza in ogni aspetto della vita, in cui includiamo pertanto anche quello del cibo. Per violenza intendiamo sia quella compiuta verso gli altri (come l’uccisione e lo sfruttamento degli animali e dell’ambiente) sia quella compiuta nei confronti di noi stessi quando attraverso cibi inadatti rechiamo danno al nostro corpo, alla mente, allo spirito.

Nelle Upanishad, scritture sacre del periodo vedico, è così descritto il processo di trasformazione degli elementi del cibo:

 “Quando si mangia il cibo, questo si divide in tre parti: quella più grossolana diventa escrementi, quella mediana diventa carne, e quella più sottile diventa sostanza mentale. Così l’acqua bevuta diventa rispettivamente urina, sangue e prana. Il fuoco consumato diventa ossa, midollo e facoltà di parola. Così la mente è prodotta dal cibo, il prana dall’acqua, e la parola dal fuoco.

“Continua a spiegare, per favore,” disse Svetaketu. (6.5.1-4)

La parte più leggera del cibo mangiato sale verso l’alto e diventa mente, la parte più sottile dell’acqua sale a diventare prana, e la parte più sottile del fuoco sale a diventare parola. La mente è quindi fatta di cibo, il prana di acqua e la parola di fuoco.” (Chandogya Upanishad)

L’esito della pratica dello yoga è quindi indubbiamente influenzato anche dall’alimentazione. Quando le asana diventano difficili da eseguire in modo naturale, quando non le “sentiamo” o il miglioramento sembra non voler proprio arrivare, a volte è il caso di spostarsi dalla superficie e fare un passo ulteriore verso la profondità dove il corpo e la psiche, il finito e l’infinito si incontrano. Perché questo accada occorre prendere le distanze dalla mente conscia ed abbandonare anche qualche certezza sul cibo, modificare  delle abitudini e andare alla ricerca di quei cibi che l’Ayurveda definisce sattvici, fonte di energia pura e sottile. 

Decidere di porre maggior attenzione a questo tema richiede informazione, dedizione e amore. Occorre accettare che si stanno  seguendo delle abitudini e tradizioni non più adatte a noi e avere la pazienza di impararne di nuove. Richiede anche tempo: il tempo per scoprire alimenti nuovi e l’uso diverso di alimenti conosciuti. Dato lo scopo vale la pena farlo. 

Tratteremo ancora questo importante argomento. Nel frattempo suggeriamo a chi volesse approfondire i temi riguardanti l’alimentazione di dare uno sguardo al sito www.alimentazioneintelligente.com interamente dedicato ai suoi diversi aspetti ed ambiti, dove è possibile trovare anche facili e gustose ricette.

Maria F.Rummele

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