Praticare Raja Yoga è occuparsi di se stessi esplorando parti di sé fino a quel momento non considerate. Vuol dire frequentare piani dell’ essere che non sapevamo neppure di avere, volgere lo sguardo verso l’interno, che è la parte più vasta di noi.
Porta ad accorgersi di collegamenti e interazioni tra noi e l’ambiente circostante. La conseguenza è la scoperta dei nostri reali poteri. Per acquisire questi poteri e metterli al servizio nostro e della vita stessa, occorre sentirne così tanto la mancanza da essere disposti ad una intensa disciplina interna. La disciplina impedirà la dispersione delle nostre energie in una infinta quanto inutile serie di attività mentali. Impariamo delle tecniche semplici ma potenti volte alla conservazione delle energie e alla loro veicolazione verso i nostri scopi più importanti. Il risultato sarà una mente calma e capace di costante attenzione e presenza. Una mente energica e potente capace di essere in ogni momento nel qui ed ora. Il che non significa, come spesso sentiamo dire, essere completamente assorbiti da quello che in un preciso momento stiamo facendo; al contrario, vuol dire che di qualunque cosa ci stiamo occupando, il nostro sguardo e la nostra coscienza sono nell’infinito e nell’eterno presente. Per esprimerlo con un’espressione attualmente in voga, non è “stare sul pezzo” bensì rimanere nell’infinito. È aver ben chiaro che tutto ciò che accade è una rappresentazione che la nostra stessa mente ed il nostro stesso corpo rendono possibile e creano, ma che proprio per questo è solo una parziale rappresentazione della realtà, un ologramma. (Continua)
Maria F.Rummele