Durante il periodo del SOLSTIZIO D’INVERNO le energie si ritirano e si raccolgono nella parte più profonda di noi come se volessero proteggere “il nuovo” che sta per arrivare. È un buon momento per lasciar andare quello che non è più funzionale alla nostra fioritura. È così, in questo spazio vuoto, che ci accorgeremo di quello che davvero ci manca. Impareremo a desiderarlo e ad accedere alle energie e alle forze che ci permetteranno di realizzarlo nella realtà.
“C’era una volta un paese in cui ogni abitante aveva in dotazione uno zaino proporzionato alla sua età e alle sue caratteristiche fisiche, né troppo piccolo, né troppo grande. Nello zaino vanno infatti messe solo le cose che la persona è in grado di portare con sé, affinché non sia né troppo pesante, né troppo leggero. Questo richiede due operazioni: una di ogni singolo abitante che ha l’incarico di mantenere il giusto peso, eliminando ciò che rende lo zaino troppo pesante. L’altra da parte del revisore degli zaini che assegna zaini adeguati alle caratteristiche delle persone.
Ogni abitante è lasciato libero di regolare il peso del suo zaino. Alcuni lo fanno ogni giorno; sistematicamente, a fine giornata, tolgono ciò che non intendono portare con sé l’indomani. Altri lo fanno settimanalmente, altri magari una volta al mese. Altri lo fanno quando succede qualcosa che merita di essere inserita nello zaino. Allora lo svuotano e scelgono le cose vecchie da eliminare per dare spazio al nuovo.
Nel paese c’è un giovane non contento della capienza del suo zaino e vuole averne uno più grande. Ha tante cose da mettere, le vuole portare sempre con sé, non si accontenta dell’essenziale e contesta la legge. Lui è grande e grosso, si sente molto forte e quindi capace e maturo di scegliere di avere uno zaino più capiente e quindi più pesante. Ha le spalle larghe.
Decide così di andare dal revisore degli zaini e chiedergliene uno più grande. Il revisore è assolutamente contrario e per tanto tempo e in tanti modi cerca di contrastare la richiesta, anzi la pretesa del giovane, ma poi cede alla sua insistenza. Capita che avesse appena finito uno zaino per un gigante per cui, esasperato, dice al giovane di sparire alla sua vista.
Il giovane è soddisfatto di aver ottenuto quello che voleva. Ora finalmente è libero di riempire lo zaino di tutto ciò che gli succede e non è più costretto ad eliminare ciò che invece vuole trattenere. All’inizio tutto è semplice. Lo zaino è grande, c’è tanto spazio e lui continua a mettere, senza eliminare nulla.
Col tempo lo zaino si riempie e diventa sempre più pesante, sempre più pesante, sempre più pesante anche per lui che ha le spalle larghe e non riesce più a sopportarne il peso. Questo comporta che non può uscire di casa, che non può più fare quello quello che prima gli piaceva: andare a passeggiare all’aria aperta, vedere qualche amico, andare al cinema. Tutte le cose, anche le più semplici, gli pesano. È immobilizzato dal peso di ciò che si porta addosso.
Un giorno di primavera, come al solito costretto a stare in casa, apre la finestra e viene colpito da uno straordinario profumo di aria fresca, e sente chiacchiere gioiose di persone che si salutano, che commentano l’arrivo della bella stagione. Sente il risveglio dei sensi e una struggente nostalgia di piccole e semplici cose: sentire l’aria fresca, camminare liberamente, incontrare amici, assistere al risveglio delle piante che sembrano morte, cogliere i primi germogli che la natura regala.
Capisce subito cosa deve fare. Si toglie lo zaino e lo svuota. E vede quante cose inutili ha conservato in questi anni, quante cose ha gelosamente custodito considerandole doni preziosi che invece si sono trasformati in pesi insostenibili. Vede che ha riempito lo zaino di promesse non mantenute, di speranze deluse, di impegni non rispettati, di dolori passati che si sono risolti. Si libera di tutti quei pesi inutili e torna dal revisore degli zaini per restituire lo zaino del gigante e prenderne uno adatto a sé.”
Maria F.Rummele