CI VUOLE UN PO’ DI RESPIRO

✨𝘐𝘯 𝘐𝘯𝘥𝘪𝘢 𝘴𝘪 𝘥𝘪𝘤𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘷𝘦𝘯𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘭 𝘮𝘰𝘯𝘥𝘰 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘪𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘶𝘯 𝘤𝘦𝘳𝘵𝘰 𝘯𝘶𝘮𝘦𝘳𝘰 𝘥𝘪 𝘳𝘦𝘴𝘱𝘪𝘳𝘪 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘭𝘪 𝘢𝘣𝘣𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘦𝘴𝘢𝘶𝘳𝘪𝘵𝘪 𝘴𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢.

𝐂𝐚𝐬𝐩𝐢𝐭𝐚! Ciò dovrebbe indurci a voler conoscere il nostro respiro e a sapere come e quanto respiriamo.

È lui in effetti il vero protagonista dello stare bene, perché 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐢𝐫𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐢𝐝𝐞 𝐬𝐮:

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LA VITA È COME UN GIARDINO

In questo momento, in cui la primavera spinge al rinnovamento e alla bellezza, anche per noi esseri umani è forte e pulsante la necessità di cambiare prospettiva. 

Per non lasciarci portare alla deriva dalle emozioni e dai sentimenti bui, a cui gli eventi di questi ultimi due anni ci hanno portato e verso i quali tutt’ora spingono, è necessario alzare lo sguardo e coltivare stati d’animo più elevati.

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APRITI ALL’ENERGIA VITALE

Nei momenti di maggior confusione, quando tutto appare incerto, può accadere che la paura diventi la nostra più fedele compagna. Questo succede perché siamo condizionati dagli stimoli esterni, provenienti dal mondo che chiamiamo realtà. 

Questa realtà è solamente una piccola parte di ciò che esiste, tuttavia ci identifichiamo totalmente con il suo contenuto e ne seguiamo la direzione. Lasciamo che la paura, nutrita dai limiti del senso comune, guidi le nostre decisioni privandoci un po’ alla volta di libertà e autonomia di pensiero.

Stare nel recinto del reale è come per il pesce rosso vivere all’interno della boccia.

Senza che ce ne accorgiamo rischiamo di vivere in un mondo che non sentiamo nostro e che sembra proporci soltanto difficoltà e problemi. È solo uscendo da lì che iniziamo il viaggio verso noi stessi e scopriamo quanto spazio c’è, quante altre realtà siano possibili.

Non è difficile rimuovere gli ostacoli che ci separano dalla creazione di un mondo del quale riconosciamo e condividiamo i valori: richiede solo un cambio di prospettiva per attuare il quale possiamo attingere alle capacità del corpo e della mente. 

Uno dei metodi più semplice e al tempo stesso potenti è la respirazione consapevole.

Ecco come fare:

mettiamoci seduti in una posizione comoda, con la schiena diritta per non comprimere i polmoni. Chiudiamo gli occhi e osserviamo il respiro, lasciando che trovi poco alla volta il suo ritmo naturale. Stiamo lì, e se l’attenzione si sposta verso un pensiero o un rumore, riportiamola di nuovo al respiro. Dopo pochi minuti sopraggiungerà uno stato di calma, di pace. La preziosa energia vitale entra in noi e ci rimette in contatto con noi stessi. Le tensioni si allentano fino a sciogliersi, i pensieri si allontanano. Gli stati d’animo tumultuosi e le emozioni si placano. Si apre la via all’intuizione e alla creatività.

In questa condizione fisica e psichica equilibrata, libera da vincoli esterni sarà facile ricordare qual è il nostro mondo, movimentato dalla volontà personale e ricco di gioia, serenità, equilibrio, lucidità, pace. Proveremo una sorta di ebbrezza inattesa. Ci sentiremo bene. 

Occorrono pochi minuti e si può fare quando e quante volte si desidera.

Semplice. Potente. 

Ricordiamoci che il benessere non arriva se restiamo concentrati sul problema. Solo spostandoci su un piano differente, usciti dal campo dello stimolo esterno che chiamiamo realtà, possiamo aver cura di noi fino a realizzare il nostro scopo, incarnazione di felicità e splendore. 

Maria F.Rummele

DISCORSO DI SCIOGLIMENTO DELL’ORDINE DELLA STELLA D’ORIENTE

L’Ordine della Stella d’Oriente fu fondato nel 1911 per proclamare la venuta del Maestro del Mondo e Krishnamurti fu nominato Capo dell’Ordine. Il 3 agosto 1929, a Ommen, in Olanda, all’apertura dell’Assemblea Annuale dell’Ordine, di fronte a 3000 seguaci, Krishnamurti sciolse l’Ordine della Stella con il discorso che segue. 

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MUDRA

Le mani sono una delle parti del corpo che usiamo maggiormente e di cui ci occupiamo di più. Ogni zona delle mani, così come accade per i piedi, è in relazione con una parte del corpo e del cervello; pertanto agire su un punto della mano genera una reazione in uno o più punti del corpo e stimola determinate aree del cervello.

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DIMENTICA QUELLO CHE SAI DELLO YOGA

Ogni asana, posizione di yoga, è una creatura in divenire. Entriamo in una posizione, cerchiamo di realizzarla in modo stabile creando allineamento ed equilibrio. Poi stiamo lì, vigili, lasciando che anche nella mente si generi stabilità ed equilibrio. E poi, non ce ne accorgiamo, ma succede qualcosa in una parte ancora ancora più sottile, sconosciuta e misteriosa, che è la dimensione di quello che dobbiamo ancora diventare.

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